Caro figlio mio,
Ai 17
Ti ho indesiderato
Perché ero troppo bambina
E io stessa dovevo giocare di più.
Ai 20
Non potevo darti spazio
Quando le mie giornate erano piene
D’insegnamenti ed emozioni troppo fugace.
Ai 30
Stavo ancora cercando me stessa
Guidata da un dolore stridulo
Di vivere per niente.
Ai 35
Il mio contratto di lavoro
E la tua sussistenza
Sarebbero definiti in termini precari
Ma ai 40
Avrei voluto toccare le tue piccole mani
Quando il mio corpo si rifiutò d’ascoltare
I miei desideri
E mi disse che era troppo tardi.
A tutte le età ho aspettato
Un momento migliore
Sognando una vita perfetta per te
E in modo paradossale
Ti ho cancellato proprio per questo.